TRA REALTA’ E FANTASTICHERIE
voto: *** (USA-2004)
Donald Darko (Jake Gyllenhaal), chiamato da tutti Donnie, è una adolescente atipico e molto diverso dagli altri. Pur avendo una famiglia unita che lo aiuta e pur essendo un ragazzo brillante nelle relazioni scolastiche e interpersonali, lui soffre di seri problemi mentali, una sorta di paranoica schizofrenia che lo porta ad avere allucinazioni visive continue che lo spingono spesso a vagare di notte per il tranquillo quartiere in cui abita e di risvegliarsi il mattino seguente, frastornato e confuso. La famiglia lo porta in cura da una psicanalista alla quale confida di avere un nuovo amico immaginario, un certo Frank, un coniglio gigante che, dopo averlo salvato da un’ assurda morte, lo obbliga a fare ciò che vuole per sdebitarsi. Lo strano personaggio gli dirà anche la data esatta della fine del mondo che sarà di lì a ventiquattro giorni circa. Durante questo periodo, il giovane, dopo aver recuperato un libro riguardante i viaggi nel tempo, scritto da una sua vicina pazza, decide di fare in modo di tornare indietro nel tempo, proprio nel giorno esatto in cui è scampato alla tragica morte.
Siamo di fronte ad un film che sta a metà strada tra realtà e finzione, vita vissuta e immaginazione, creando una miscela davvero affascinante fra esoterismo e fantascienza, dicendo tutto e niente e lasciando in più parti un alone di mistero che spesso è molto più incisivo di mille parole. Questa caratteristica ha permesso alla pellicola di diventare un vero e proprio cult tra i giovani, grazie ai quali ha riscosso un grandissimo successo di pubblico. A livello stilistico il film è ben fatto e, al di là della misteriosa sceneggiatura, la regia non scivola mai e non si sfilaccia mai moltissimo. La scenografia è regolare ma attenta e precisa, diventando sempre più inquietante e oscura. La scelta dei costumi è azzecatissima e gli attori sbagliano davvero poco. Il protagonista Gyllenhaal, grazie a questo film , è entrato a far parte a pieno diritto degli attori emergenti migliori di Hollywood.
Ma il grande limite del film sta proprio nel suo pregio. Questa sua oscurità e misteriosità sceneggiativi non permette mai al film di decollare e di trasmettere dei veri e propri messaggi ma rimane in una sorta di aura incomprensibile ma è da apprezzare il coraggio di aver riportato alla luce un genere drammatico dimenticato dall’ edonismo del cinema contemporaneo come detto da Farinotti.
Un sequel, nelle sale nel 2009, in cui la protagonosta è la sorella di Donnie, Samantha. Il regista è Chris Fisher, non più Richard Kelly che si è distaccato più volte da quest’ ultima pellicola.